L’Allenamento Funzionale è ormai un approdo inevitabile per qualsiasi attività sportiva diretta a qualsiasi tipologia di utente.
Pertanto il trend è quello di allenare in modo funzionale tanto l’agonista d’elite quanto la persona che si mette in moto per un mal di schiena. Se tutte le attività proposte fossero davvero funzionali non ci sarebbe alcun problema.
Con mio grosso rammarico, devo ammettere che in giro purtroppo troviamo tanti trainer o “sportivi fai da te” che utilizzano esercizi che sanno di funzionale ma che alla base non hanno alcun fondamento funzionale.
Ti faccio subito un banale esempio:
Quante volte hai visto utilizzare i bosu per soggetti che dovevano “rinforzare” caviglie instabili?
Beh, pensaci un attimo:
Se una caviglia risulta poco stabile su un appoggio rigido come il pavimento perché dovrebbe migliorare attraverso l’ausilio di un sovraccarico ossia una superficie deformabile come il bosu?
Quindi un esercizio che sembrerebbe funzionale in realtà lo è solo in apparenza.
Fare attività funzionale non significa creare un puzzle di esercizi scegliendo tra quelli che risultano più belli da vedere o più cool.
Fare attività funzionale implica il rispetto delle capacità motorie di base che ognuno di noi guadagna durante la fase di sviluppo neuromotorio infantile e che perde in buona percentuale quando, crescendo, adotta posizioni sempre compensate durante la normalità quotidiana o l’attività sportiva.
Fai molta attenzione alla capacità che hanno i bimbi di accovacciarsi in squat e prova a riprodurre la loro mobilità.
Probabilmente ti alleni, e magari esegui squat nei tuoi programmi di allenamento, prova dunque quanto sopra ed interrogati:
Il mio è uno squat profondo? Riesco a mettermi come fa un bimbo nella posizione di squat?
Se la risposta è negativa, se la tua capacità motoria nel tempo è peggiorata nonostante l’allenamento, allora devi sapere che non stai seguendo un programma funzionale ma “DISFUNZIONALE”.
Ovviamente la capacità di effettuare uno squat profondo nel rispetto di alcuni parametri biomeccanici rappresenta solo uno dei parametri funzionali di base.
Di seguito ti propongo la piramide della performance ottimale ideata dal terapista statunitense Gray Cook, autore del best seller “Functional Movement System” nonché ideatore del sistema di screening delle funzionalità motorie di base più accreditato con annessi correttivi per il ripristino della sufficienza di tali funzionalità.
La base della piramide è rappresentata dunque dal movimento funzionale ossia da tutte le capacità motorie di base di cui un soggetto deve essere dotato.
Su una base sufficientemente larga di movimento funzionale possiamo sviluppare le capacità fisico-atletiche (functional performance) che, a loro volta, rappresentano la base sulla quale poter sviluppare capacità specifiche (functional skill).
Interrogati quindi se ai tuoi figli in una scuola calcio o basket o qualsiasi altra attività sportiva di base viene somministrata solo attività sport specifica: potrebbero inficiare la loro crescita consolidando eventuali disfunzioni!
Stessa cosa potrebbe accadere a te, adulto, quando recandoti presso qualche centro fitness, vieni catapultato in una realtà allenante fisico-atletica o addirittura da subito specifica senza nessun passaggio attraverso la vera attività di base: MOVIMENTO FUNZIONALE!
Negli prossimi articoli troverai consigli utili su come effettuare un vero allenamento funzionale step by step, senza tralasciare nessun elemento e soprattutto come ottenere risultati senza perdere le funzionalità motorie di base.