La casualità della vita fa in modo che la mia strada incrociasse quella di Antonella De Luca, ora moglie, in una dolce sera di primavera.
Stai sereno: non è una pagina da rose e fiori quella che stai per leggere! Ancora una volta finisco alla ghisa ma dammi un attimo per arrivarci…
Per uno come me, cresciuto nel mito di Domenico “Mimmo” De Luca, mia moglie portava un cognome pesante. Eh sì, avevo conosciuto proprio la figlia del culturista che più ammiravo!
Non ho mai amato i corpo abnormi, dalle masse informi. Ho sempre adorato la definizione, la proporzione la simmetria. Soprattutto, mi è sempre piaciuto che il corpo, per quanto muscolato possa essere, conservi sempre un grande atletismo. Mimmo De Luca incarnava tutto questo. Ed io da pischello appena uscito dall’università, e da pischello della cultura fisica mi sentivo veramente minuscolo rispetto ad uno come lui che si era plasmato un corpo d’eccezione e che faceva incetta di corpi altrettanto belli nella sua palestra. La “ANTROPOS GYM”, così si chiamava la sua palestra! Per me era “tana delle tigri” più che una palestra qualunque. Quando il rapporto con Antonella divenne solido cominciai a frequentare anche io tana delle tigri. Quando entravi nella palestra di Mimmo o scappavi o ci davi dentro come un matto. Non esistevano mezze misure. Trovavi tutte persone estremamente cordiali, fino a quando non suonava il crono che indicava il termine del recupero. Quando si catapultavano sotto i pesi, diventavano persone diverse: aggressive, cattive, concentrate solo su se stesse e sul movimento, era un duello tra loro e la ghisa. Ghisa, tanta ghisa: era ovunque. Era la palestra con il maggior numero di dischi e manubri che avessi mai visto nella mia vita. Era una palestra atipica: da un lato ci si caricava addosso montagne, dall’altro qualcuno stava scattando come uno sprinter sui tapis roulant. Non era una palestra, era “LA PALESTRA”. Avevo finalmente trovato tutto quello che cercavo, avevo trovato chi costruiva dei corpi stile greco!
Fin qui tutto bello! Ora ti racconto il lato peggiore. Io da galletto delle palestre che frequentavo, entro a tana delle tigri e mi vedo come una zanzara tra le api regine. I primi allenamenti li feci anche in canotta, poi iniziai a coprirmi. Credevo di avere un corpo statuario, un corpo da invidiare. Da buon ventenne pieno di sé, andavo fiero dei progressi che avevo fatto e mi crogiolavo su quanto avevo ottenuto fino a quel momento difendendomi dagli attacchi di chi mi trovava dei difetti.
Un giorno Mimmo si avvicinò e mi chiese cosa prevedeva il mio allenamento. Cominciammo a parlare e non ci fu una osservazione positiva sulla mia estetica: su tutte mi disse che avevo tanto di quel grasso che non me ne rendevo nemmeno conto toccando i punti laddove era localizzato, mise in discussione il mio back sia superiore che inferiore dicendomi che la schiena era vuota e che i glutei e le cose sembravano grossi ma in realtà erano pieni di adipe.
Quel giorno mi allenai: feci un pessimo allenamento! Ero arrabbiato con lui. Non sopportavo che qualcuno mi sbattesse in faccia un parere così negativo su qualcosa che avevo impiegato anni per costruire. Non sopportavo l’idea che lui soprattutto criticasse negativamente la mia alimentazione, il mio allenamento! Ricordo che a distanza di giorni ancora ne parlai con mia moglie: non riuscivo a credere a quello che mi aveva detto suo padre e inveivo contro di lui! Quando fui in grado di rifletterci a mente fredda pensai:
“ma chi cazzo credo di essere io?”
Mimmo De Luca mi sta dicendo cosa devo migliorare, può aiutarmi a farlo ed io rimango innamorato del panettone che mi ritrovo al posto del culo? Certo che bisogna essere davvero dei coglioni per rimanere in questi pensieri del cavolo! Misi la mia foto di schiena a confronto con la sua, ripensai agli sguardi di tutte le persone che allenava mentre erano intente ad eseguire un esercizio, iniziai a vivere casa sua e la sua alimentazione maniacale… capii che fino ad allora avevo coltivato solo l’ego di un bambino che aveva vinto il suo giocattolo ma non avevo colto quanto veramente poteva insegnarmi lo sport.
Giorno dopo giorno mi affidavo sempre di più ai suoi insegnamenti. Avevo perso quell’aggressività da allenamento, mi sentivo diverso da quanti si allenavano all’ANTROPOS ma dopo poco mi successe una cosa strana: inizia a ringhiare di nuovo sotto i pesi! Non hai idea di quanto l’ambiente che frequenti ti possa influenzare, in negativo ed in positivo!
Mi resi conto di tante cose: credevo di essere forte ma non alzavo nemmeno la metà dei carichi che sollevava uno che pesava anche meno di me. Credevo di allenarmi in maniera adeguata secondo i canoni che avrei voluto raggiungere, era invece il modo più comodo per me! Credevo di mangiare come un atleta: questa me la raccontavo proprio bene! Dimenticavo che gli atleti non mangiano 2 pizze il sabato sera e conservano la bella torta di mele della mamma per spazzolarla a colazione la domenica con un mezzo litro di latte! Mi stavo raccontando di avere un bel corpo solo perché mi costava perdere le abitudini in cui sguazzavo, in cui mi sentivo comodo e soddisfacevo la mia ingordigia.
Avevo abitudini radicate e mentalità molto differente da quella di Mimmo. Non riuscii a fare immediatamente il salto di paradigma ma sentivo che mi avrebbe influenzato tantissimo per il mio bene stargli accanto.
A distanza di oltre 15 anni posso dire di avere imparato tantissimo dal MAESTRO Mimmo De Luca e che ancora oggi continuo a farlo.
Ci sono fari che non vuoi vedere, fai di tutto per nasconderli: indossi i tuoi occhiali più scuri, ti copri gli occhi con le mani… e fin qui non ci sono problemi perché la loro luce è tanto forte che prima o poi ti abbaglia e te li fa finalmente notare. Il problema nasce nel momento in cui ti lasci spaventare da questo bagliore e rifuggi da loro allontanandoti a gambe levate. Hai perso una grande occasione di crescita. Hai perso il modo migliore che hai per guardare dentro di te e scoprire le tue carte, quelle che ti fa comodo tenere coperte!
Quello che vedi non è mai la realtà, quello che vedi è solo il frutto di quello che vuoi che i tuoi occhi vedano! Ti basta cambiare la prospettiva per trarre vantaggio da quello che non ti piace!
Goditi le tue esperienze!